In una parola descrivere il viaggio? Bah…se proprio devo sceglierne una sola, e lasciare da parte i “fanta”, “super” “iper” e “mega”, io direi.. emozionante. Davvero...

 

 

Lo scorso settembre sono stata tra i fortunati partecipanti al viaggio in Botswana organizzato da Fattore Ulisse, con la guida di Davide Pianezze. Confesso che per me la scelta di fattore Ulisse è stata del tutto causale; mi sono infatti aggregata ad alcuni miei amici che prima di me si erano iscritti a quel viaggio e ai quali io mi sono unita. Devo dire che, inizialmente, la scelta di un viaggio che avesse una connotazione così marcatamente “filo fotografica” mi aveva anche lasciato un po’ perplessa. Sono una dilettante dell’obiettivo e temevo di ritrovarmi con un gruppo di pazzi scatenati il cui unico scopo fosse quello di rientrare a casa con dei begli scatti da mostrare agli amici, anziché quello di calarsi nella natura e nella realtà africana. Sono stata felicemente smentita. Ho potuto godere di una esperienza strutturata in modo tale da riuscire a coniugare le esigenze degli appassionati di fotografia presenti nel gruppo a quelle del viaggiatore interessato alla osservazione e scoperta della natura, sempre nel totale rispetto dell’incredibile habitat del quale siamo stati ospiti. E, devo dire, per chi, come me, non sapeva nulla di Iso, diaframma, otturatore, 300, e così via, il viaggio è stato una bellissima scoperta: nel mio essere totalmente profana della fotografia, ho incontrato persone che, tramite l’obiettivo, colgono ed interpretano aspetti della realtà (non solo animale..!) che non sempre si afferrano ad occhio nudo. Ho visto la fotografia come rispettoso strumento di scoperta, interpretazione e documentazione del viaggio. E mi è venuta voglia di imparare! Non ripeto, anche se condivido, le considerazioni già fatte dagli altri compagni di viaggio, sull’ottimo livello organizzazione, accoglienza e assistenza offerti da Davide e dallo staff locale. Concludendo: in una parola descrivere il viaggio? Bah…se proprio devo sceglierne una sola, e lasciare da parte i “fanta”, “super” “iper” e “mega”, io direi.. emozionante. Davvero.

Laura B.